NEAPOLIS

“Napoli verrà sepolta come Pompei”. Il documentario choc della tv svizzera sui Campi Flegrei

“Da 30 centimetri di cenere. Ripercussioni in tutta Europa”

 

L’area vulcanica dei Campi Flegrei è protagonista di un documentario trasmesso sulla tv svizzera di lingua italiana Rsi, “Napoli, il supervulcano che minaccia l’Europa”. “Un forte evento sismico nella zona potrebbe aver causato anche la scomparsa dell’uomo di Neanderthal”, è l’incipit del documentario che propone uno scenario apocalittico dei Campi Flegrei e della stessa Napoli che secondo tali previsioni potrebbe essere sepolta in un ipotetico futuro proprio come Pompei, protagonista quest’ultima suo malgrado, invece, dell’eruzione del Vesuvio nel 79 D.C. 

Nel reportage viene detto che in caso di eruzione l’area flegrea e la città di Napoli verrebbero sepolte da trenta metri di cenere, non lasciando scampo ai suoi abitanti, a eccezione forse della collina di San Martino. Ci sarebbero ripercussioni in tutta Europa per decenni.

 

Manfredi: “Tutto sotto controllo”

 “È tutto sotto controllo. Sono fenomeni ciclici che si ripetono e che chiaramente incidono sulla psicologia delle persone, ma – osserva Manfredi – non impattano sulla sicurezza né abitativa né delle infrastrutture”, dice il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi intervenendo in merito ai recenti sciami sismici che hanno interessato i Campi Flegrei a margine di una iniziativa per il quarantennale dall’istituzione del Ceinge.

 

Marsili, il vero supervulcano

Nel reportage non si parla invece del vero supervulcano presente in mare, il Marsili, vulcano sottomarino localizzato nel Tirreno meridionale, il più esteso vulcano d’Europa, considerato da sempre pericolosissimo, come rivelò alcuni anni fa uno dei massimi esperti, il sismologo Enzo Boschi, ex presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), in una intervista: “La nostra ultima ricerca mostra che il vulcano non è strutturalmente solido, le sue pareti sono fragili, la camera magmatica è di dimensioni considerevoli. Tutto ciò ci dice che il vulcano è attivo e potrebbe entrare in eruzione in qualsiasi momento. Il cedimento delle pareti muoverebbe milioni di metri cubi di materiale, che sarebbe capace di generare un’onda di grande potenza. Gli indizi raccolti ora sono precisi, ma non si possono fare previsioni. Il rischio è reale e di difficile valutazione. Quello che serve è un sistema continuo di monitoraggio, per garantire attendibilità. La caduta rapida di una notevole massa di materiale — spiega Boschi — scatenerebbe un potente tsunami che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia provocando disastri”.

 

Fonte: napolitoday.it

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