CALABRIA

Nuove prospettive per l’Area Grecanica, Bombino abbraccia il Gal e ripropone l’approccio unitario sperimentato al Parco Aspromonte

 

Il professore Giuseppe Bombino, neo-eletto presidente del Gruppo d’Azione Locale, traccia il percorso da seguire e illustra le linee programmatiche del suo mandato, a cavallo tra azioni di conservazione e strategie di sviluppo. Poi la dedica a Salvino Nucera

 

É un ritorno quello di Giuseppe Bombino. In una forma diversa e in una nuova fase, ma un ritorno alle origini. A un impegno dedicato a un territorio che, prima attraverso il suo lavoro di ricerca all’Università Mediterranea e poi ai vertici del Parco Nazionale di Aspromonte, ha tutelato e promosso. E su cui ora, come nuovo Presidente del Consiglio di Amministrazione del GAL Grecanica, intende investire in termini di sviluppo.

 

Presidente, è soddisfatto?
«É una notizia che mi rallegra. Specialmente dopo essere venuto a conoscenza che il consenso è stato ampio, fino quasi a toccare l’unanimità. Non è un dettaglio trascurabile. Indica una convergenza che sarà mio compito e premura ricambiare con la stessa sensibilità e fiducia che mi è stata accordata».

 

Ha già sciolto la sua riserva?
«Sono attualmente membro della Commissione Nazionale del PNRR, incarico oneroso in cui sono completamente immerso. Ho informato il mio Presidente, inviando la documentazione utile a illustrare il tipo di incarico che dovrei ricoprire. Attendo il nulla osta che sono fiducioso arriverà presto. Voglio comunque già ringraziare tutto il Consiglio di Amministrazione con l’augurio di svolgere un buon lavoro. Un lavoro che andrà realizzato in una prospettiva olistica e di lungo periodo».

 

L’Area Grecanica è un suo primo amore, fin dai tempi della Presidenza al Parco Nazionale dell’Aspromonte.
«L’Area Grecanica è la spina dorsale dell’Aspromonte e probabilmente ne ha sempre costituito il suo respiro profondo. Da questo pezzo di Calabria Greca può e deve partire un nuovo sussulto di orgoglio e di quella dignità legata a un passato così tanto presente da potere proiettarsi nel futuro.

 

Presiedere l’Ente Parco imponeva a me e tutti gli altri organi di riferimento di lavorare per conservare. Il Gal, un’agenzia di sviluppo locale a partenariato pubblico-privato che ha nel suo CdA diversi Comuni, la Metrocity, consorzi produttivi, associazioni culturali e di categoria, lavora per sviluppare e per perseguire le relative strategie. Non cambiano i metodi, ma la prospettiva».

 

Spieghi.
«Per un GAL la conservazione non è più fine ultimo, ma strumento di sviluppo. Resta invece la necessità di adottare un approccio di sistema, replicando quel modello unitario figlio di una logica improntata alla convergenza, a un continuum territoriale che ha già dato buoni risultati sotto la mia Presidenza dell’Ente Parco. Dobbiamo ricordarci di mettere sempre al centro l’uomo che ha operato in quel e per quel paesaggio nella sua storia millenaria. E da quella storia millenaria ripartire per individuarne l’essenza, renderla ancora una volta moderna e trasformarla in visione di sviluppo».

 

Si apre una nuova stagione?
«Il GAL ha una natura volutamente mista e peculiare, improntata a una logica collaborativa e partecipativa che, dal basso, dalle comunità, opera per il bene dei territori. É a quel bene che bisogna sempre guardare e in nome del quale operare, consci del fatto che se comunità e territori agiscono in una logica di sistema, i benefici ricadono a cascata su tutti, migliorando le condizioni di vita attuali e ponendo le basi per un futuro più sicuro. Da questo scaturiscono due tipi di rafforzamento: uno endogeno, capace di restituire fiducia e prospettiva alle comunità, l’altro esogeno, in grado di farle percepire come capaci di sviluppare modelli che funzionano e che hanno la forza di dialogare con la politica da una prospettiva di rinnovato vigore».

 

É in discussione in questi giorni presso il Co. Re. Mi. L. il nuovo Piano Regionale per la tutela e la Valorizzazione delle minoranze linguistiche. Ha avuto modo di leggerlo?
«Non ancora».

 

Le anticipo qualcosa: nell’idea dell’amministrazione regionale il Piano cerca di cambiare prospettiva. Dalla tutela meramente normativa legata alla legge 482/1999 si punta a guardare alle lingue minoritarie – e quindi anche al grecanico – come simbolo di una identità culturale della società nel suo insieme e valore strategico di sviluppo regionale. Ritiene che possa rappresentare un cambio di passo?
«Il grecanico, la lingua di Omero che ancora resiste, va tutelata senza indugio e con tutti gli strumenti e le prospettive offerte dalla legge. Non c’è bisogno di essere uno studioso della materia per capire che la lingua è lo specchio di un portato culturale unico e irripetibile che vive si, assieme ai parlanti, ma che si è depositato e cristallizzato in fenomeni e manifestazioni culturali che vanno protette e valorizzate nel loro insieme. Per la sua missione statutaria il GAL è chiamato a raccogliere e vincere questa doppia sfida: la tutela della minoranza linguistica, il rafforzamento e la valorizzazione di tutto il suo portato culturale. Con un grande obiettivo: trasmettere ai nostri figli il valore, l’orgoglio e il senso di appartenenza a una comunità che ha contribuito a gettare le fondamenta della nostra Europa».

 

A chi dedica questa elezione?
«Al compianto, coraggioso, testardo, nobile professore Salvino Nucera, vero baluardo nella difesa e nella promozione della lingua e della cultura dei Greci di Calabria e capace fino all’ultimo di rappresentare l’anello di congiunzione e convergenza tra le tante anime della Calabria Greca. Abbiamo il dovere di dimostrare al Prof. Nucera che siamo in grado di raccogliere il suo testimone e che abbiamo imparato la lezione».

 

 

Fonte: ilreggino.it

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