Intervista con la prof.ssa C.Lo. de Caro sulla Magna Grecia, Bisanzio ed del suo libro: “Ara. Il romanzo della Gurfa”
La professoressa C.L. de Caro, ammiratore della civilizzazione greca parla su mgrecianews.com della Magna Grecia, Bisanzio, il suo impacto al Meridione anche del suo libro: “Ara. Il romanzo della Gurfa”.
M.G.N. Ci parli della sua professione
Salve sono insegnante di Filosofia e Storia in un Liceo statale italiano, dopo essermi Laureata e specializzata in Filosofia teoretica, o come avrebbe detto Aristotele” Filosofia Prima”. Materie molto umanistiche e veramente importanti nel nostro mondo che sta riscoprendo sempre di più il bisogno di porsi domande e trovare delle risposte che siano attendibili e documentabili. Ho scelto questo lavoro, anche se ho insegnato in vari ambiti, anche universitari,ma preferisco la formazione del liceale perché lo stimolo a scegliere quello che sarà il suo futuro rende vivo il mio lavoro.
M.G.N. Di Che tratta il suo libro”Ara. Il romanzo della Gurfa”?
E’ il mio ottavo libro, dopo essermi occupata di giardini sapienziali, è il mio primo romanzo. Tratta della popolazione che ha occupato la Sicilia, prima dei siculi, e dopo gli Elimi: i Sicani. Un popolo proveniente dalla valle dell’Indo in cerca di un territorio che permettesse loro di insediarsi. E’ un popolo molto importante per la Tradizione Mediterranea, ha creato il mito di Demetra, staccandolo dai contenuti sapienziali orientali e introducendo la visione dei Misteri che saranno sviluppati in seguito dagli Achei, o meglio dagli antichi greci provenienti dalle regioni del Nord Europa.
M.G.N. Perche ritiene importante trattare la nascita del mito di Demetra?
E’ il mito più importante del bacino del Mediterraneo, dobbiamo la sua diffusione agli antichi greci e soprattutto al suo sito: Delfi, dove erano praticati rituali sapienziali che hanno dato avvio a un sacco di associazioni rituali e a sette sapienziali che trasferivano i loro saperi tra i popoli della Magna Grecia. Credo che tutte le genti dell’ottavo secolo a.C. in poi abbiano avuto a che fare con questo mito, soprattutto i romani e tutti i popoli che hanno adorato la Grande Madre. La bellezza del mito di Demetra è di essere collegata al mito di Ekate, e Persefone. Ci vorrebbe un libro per spiegare tutti i legami.
M.G.N. Quanto è importante oggi la scoperta del Mito?
Fondamentale! Abbiamo perso il legame con la ritualità e con la sacralità, vaghiamo con una religione che non ha più presa sulle masse e non riconosciamo sacro nessun valore. Ritornare al Mistero significa, recuperare la parte oscura che ognuno trattiene a stento. Il mito ha sempre avuto la funzione catartica di controllare, definire e disciplinare gli impulsi. Oggi se ne sente un forte bisogno, purtroppo è la sua strumentalizzazione per opera di sapientoni e qualunquisti che lo servono come un indottrinamento facilitato ne fa perdere la radice. Il Mito per sua origine nasce da un dramma, consolida e definisce la figura dell’eroe e dell’ambiente che lo caratterizza, per trovare un fine e da questo un insegnamento.
M.G.N. Che significa per lei la Magna Grecia e la cultura bizantina?
Significa casa. Io sono siciliana, le mie radici si trovano in tutto quello di cui abbiamo parlato. Il mondo greco ha formato la mia conoscenza verso il metodo filosofico e scientifico. Oggi non saremmo quelli che siamo se non tenessimo conto di quanto siano radicate le conoscenze latine e medievali in quella che è la cultura greca- Il mondo bizantino, o della seconda Roma è quello che ha permesso a questa cultura di sopravvivere , mentre Roma e il mondo occidentale veniva devastato dai barbari, per quanto i monaci abbiano tentato di salvare, molto è arrivato a noi dopo la caduta di Bisanzio.
M.G.N. Quanto l’accademia fiorentina del Rinascimento deve a Platone ?
Non solo a Platone, ma a tutto quel mondo, che come ho detto prima giunge da Bisanzio grazie ai libri salvati dai sapienti bizantini, per cui in Italia , soprattutto, il pensiero di Platone conosciuto poiché nascosto nelle opere di Plotino e Agostino, diviene facilmente accessibile , poiché arrivano i libri e grazie a Ficino, Pico della Mirandola e Pletone, finalmente si possono leggere in maniera integrale molte opere , sconosciute agli antenati dopo il crollo dell’Impero Romano d’Occidente.
M.G.N. Credo davvero che ancora oggi dobbiamo molto a Platone e ai suoi discepoli.
Un giorno , se avremo modo e tempo, discuteremo dell’attualità del Timeo e di come oggi, vengano diffuse alcune conoscenze come il Creazionismo che trovano le loro radici proprio nella figura del Demiurgo.
M.G.N. Avete un messaggio da rivolgere ai lettori greci?
Come ho già detto nell’altra intervista, considero questa popolazione come similari nei modi, nei riti e nei valori a quelle del nostro magnifico sud. Io in Grecia mi sono sentita a casa, le mie abitudini, i miei colori e molte usanze del vivere quotidiano sono collegati ai popoli del Mediterraneo. Trovo forte il fatto che siamo gente di cuore e di testa. Sono sempre i politici che creano le differenze, i popoli tra loro si riconoscono. Mi auguro di poter portare il mio libro in Grecia per far emergere come la Sicilia, la Grecia e molte parti del mediterraneo siano inevitabilmente collegate nella lingua e nei sentimenti.
*Si ringranzia Sig.ra C.L de Caro per quella intervista