PUGLIA

Ex Ilva, la parola ai sindacati: “Ora servono scelte concrete”

Fim, Fiom e Uilm chiedono al Governo risorse e investimenti certi per la riconversione dell’acciaieria, senza sacrificare lavoro e diritti. Nel documento si parla di nuovi forni elettrici, screening sanitari, riqualificazione dei lavoratori e clausole sociali

 

Questa mattina, durante il Consiglio di Fabbrica di Acciaierie d’Italia a Taranto, è stata ufficialmente consegnata la piattaforma rivendicativa sulla decarbonizzazione dell’ex Ilva al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, al presidente della Provincia di Taranto Gianfranco Palmisano e ai sindaci di Taranto e Statte, Piero Bitetti e Fabio Spada. Il documento rappresenta il risultato delle assemblee che si sono svolte il 22, 23 e 24 luglio 2025 con i lavoratori di Acciaierie d’Italia in Amministrazione StraordinariaIlva in Amministrazione Straordinaria, nonché con quelli di appalti e indotto.

Secondo Fim, Fiom e Uilm, si tratta di un passaggio cruciale per il futuro di Taranto e per la sua transizione ecologica. “Dopo 60 anni di industria pesante a ciclo integrale, vediamo possibile un percorso di vera decarbonizzazione delle produzioni”, si legge nel testo. I sindacati insistono sull’urgenza di superare la storica contrapposizione tra lavoro e salute, indicando la necessità di un nuovo modello produttivo che abbandoni gradualmente il carbone, senza lasciare indietro nessun lavoratore.

La piattaforma chiede al Governo investimenti certi e risorse adeguate per garantire la continuità produttiva, il mantenimento dei livelli occupazionali e una transizione che metta al centro le persone. Tra le priorità elencate, figurano la realizzazione di tre nuovi forni elettrici, la creazione di impianti di Preridotto (DRI) e il rilancio delle linee di finitura e laminazione, così da permettere il rientro dei lavoratori attualmente in cassa integrazione.

Un capitolo centrale riguarda la salute dei lavoratori, con la proposta di attivare screening sanitari periodici e misure straordinarie per chi opera in un contesto considerato usurante, come il prepensionamento, gli incentivi all’esodo su base volontaria e il riconoscimento dell’esposizione all’amianto. Inoltre, viene sottolineata la necessità di garantire il reddito, la formazione continua e la riqualificazione professionale, con particolare attenzione ai dipendenti delle aziende dell’indotto. A tal fine, il documento chiede l’introduzione di una clausola sociale che preveda il reimpiego dei lavoratori nelle nuove attività che nasceranno dal processo di riconversione.

Il tempo delle mezze misure è finito”, affermano i sindacati, chiedendo che le istituzioni locali, regionali e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) rispondano con decisioni concrete. Senza un accordo di programma chiaro e vincolante, avvertono, il sito siderurgico rischia di andare incontro a una implosione definitiva, con effetti devastanti sia per l’occupazione che per l’ambiente.

La piattaforma unitaria segna dunque un punto di svolta nel dibattito sulla riconversione industriale di Taranto, ribadendo che solo una decarbonizzazione reale e pianificata potrà garantire un futuro sostenibile, fondato su lavoro sicuro, tutela della salute e rispetto del territorio.

ECCO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO SINDACALE:

Decarbonizzazione ex Ilva

Fim, Fiom e Uilm, nelle date del 22, 23 e 24 luglio 2025, si sono riunite in assemblea con i lavoratori di Acciaierie d’Italia, di Ilva in AS e degli appalti per illustrare ai lavoratori gli aggiornamenti riguardanti la complessità della vertenza ex Ilva ma anche le opportunità che possono derivare dal processo di decarbonizzazione, necessario quest’ultimo per cambiare radicalmente il processo produttivo a carbone, ponendo fine ad una inutile contrapposizione, che dura ormai da troppi anni, tra i due diritti costituzionali: lavoro e salute.

Siamo ad un passaggio storico per i lavoratori e la città di Taranto e crediamo sia indispensabile cogliere questa opportunità e programmare un nuovo futuro che possa traguardare, nel più breve tempo possibile, il processo di transizione ecologica. Dopo l’approvazione del parere istruttorio conclusivo da parte dell’autorità competente in merito all’Autorizzazione Integrata Ambientale, bisogna dare centralità alla realizzazione del processo di decarbonizzazione definendo tempi e modalità certe per poterlo realizzare, in modo da pretendere una nuova autorizzazione che preveda al suo interno l’abbandono programmato del ciclo integrale, insieme all’aspetto sanitario.

L’accordo di programma è uno degli strumenti che inevitabilmente potrà delineare il futuro di Taranto, senza il quale si rischia di portare il sito ad una implosione fino alla chiusura irreversibile, senza avere nessuna possibilità di occuparsi di bonifiche, né tantomeno di un’alternativa occupazionale.

Il tempo delle scelte è adesso e, insieme ai lavoratori e alla comunità ionica, bisogna raggiungere un traguardo per nulla scontato.

Infatti, dopo 60 anni di industria pesante a ciclo integrale, vediamo possibile un percorso, auspicato in questi anni dai cittadini e dai lavoratori, di vera decarbonizzazione delle produzioni.

La decarbonizzazione può essere realizzata esclusivamente attraverso la continuità produttiva dello stabilimento e il mantenimento totale dell’occupazione.

Questo passa da alcune condizioni per noi imprescindibili che – solo se realizzate – daranno risposte ai lavoratori diretti, di ILVA in AS e del mondo degli appalti.

 

Condizioni per cui il Governo è tenuto a trovare e fornire risorse adeguate per garantire, oltre al nuovo piano di marcia, investimenti certi per la decarbonizzazione, con la presenza dello Stato che garantisca la finalizzazione della totale trasformazione industriale.

Il Consiglio di Fabbrica di Fim, Fiom e Uilm propone un percorso che tenga insieme aspetti ambientali, sociali ed industriali. Di seguito le nostre proposte:

Pretendere dal Governo la garanzia del rispetto della tutela occupazionale completa, che parte da tutte le salvaguardie previste dall’accordo del 06/09/2018.

Misure straordinarie per i lavoratori di ADI in ASIlva in AS e appalto, attraverso ogni strumento possibile, sia esso legato all’esposizione all’amianto, prevedendo interventi legislativi sulla scorta di esperienze passate e già note, al prepensionamento, riconoscendo il lavoro siderurgico a ciclo integrale come lavoro usurante, alla volontà individuale di uscita anticipata su base volontaria attraverso apposito incentivo.

Come già chiesto da tempo in sede di Commissione Sanità della Regione Puglia, non è possibile attendere oltre per l’attivazione, attraverso il contributo delle strutture sanitarie locali, di screening sanitari periodici nei confronti dei lavoratori.

Realizzazione dei 3 Forni Elettrici nel minor tempo possibile che – gradualmente – sostituiranno definitivamente gli attuali AFO a ciclo integrale.

Realizzazione di DRI con impianti dedicati e realizzati a Taranto, materia prima indispensabile, senza la quale non sarebbe assolutamente neanche immaginabile, per tanti motivi (a partire dalla sostenibilità del progetto), il percorso di elettrificazione del sito siderurgico.

Riavvio di tutte le linee di finitura e investimenti massicci nelle aree di laminazione a freddo e di verticalizzazione del prodotto, che possa garantire il rientro di molti lavoratori da troppo tempo in cassa integrazione, oltre che la graduale ricollocazione negli anni degli attuali lavoratori impiegati su impianti che verranno dismessi.

Garantire la continuità del reddito dei lavoratori e le politiche attive di formazione continuariqualificazione in vista delle nuove mansioni da ricoprire al termine del processo di trasformazione.

Valorizzazione dei lavoratori del mondo degli appalti, attraverso la realizzazione dei nuovi impianti, occupati attualmente nelle aziende del territorio. A tal proposito è imprescindibile prevedere la costituzione di un bacino occupazionale, con un’apposita clausola sociale che permetta il reimpiego dei lavoratori dell’appalto e indotto nelle nuove attività che si determineranno.

Il Consiglio di Fabbrica delle RSU di Fim, Fiom e Uilm impegna le istituzioni locali, regionali e il MIMIT con la presente piattaforma a trovare ogni strumento utile affinché le richieste dei lavoratori su esposte trovino risposte concrete, per garantire un futuro sostenibile sia dal punto di vista sociale che ambientale.

Il tempo dei proclami e delle mezze misure è finito. Adesso è il momento della responsabilità!

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