Al via la due giorni dedicata ad arte e letteratura con la Direzione Artistica di Franco Laratta, organizzata dal Comune di Bova e dal Gruppo Editoriale Diemmecom
Il cielo velato da una coltre di nubi non ha consentito di ammirare le stelle che rischiarano le notti dell’Area Grecanica, ma “La Notte delle Stelle” ha saputo comunque illuminare il prezioso Borgo di Bova, che ha ospitato tra i più importanti astri – nascenti e non – del panorama artistico, culturale e di lingua minoritaria della nostra regione. L’evento, promosso dal Comune di Bova e organizzato dal Gruppo Diemmecom e dal Network LaC, ha messo in risalto la ricchezza e la complessità del patrimonio culturale di Bova e della Calabria. Minoranze linguistiche, arte, letteratura e tradizioni millenarie sono stati i protagonisti di un programma fitto, che ha visto partecipare numerosi esperti, autori e rappresentanti delle istituzioni locali e regionali.
«E’ una due giorni intensa di cultura, storia e tradizione», ha esordito Franco Laratta, giornalista del network e Direttore Artistico della manifestazione. «Bova torna centrale nella difesa e nella tutela delle minoranze storico-linguistiche. Abbiamo lanciato un appello importante: dobbiamo salvare le nostre comunità, quelle linguistiche e quelle che rappresentano una peculiarità straordinaria per la nostra Calabria. Questo territorio può vantare minoranze che nessun’altra regione d’Italia ha. È un patrimonio unico, ed è nostra responsabilità accendere i riflettori su di esso per tutelare una storia millenaria come quella di Bova». Parole che, come la scia luminosa di una stella cometa, tracciano con chiarezza l’importanza dell’evento, che si propone non solo di celebrare la cultura, ma anche di salvaguardare e rilanciare un’identità locale in pericolo.
Una giornata dedicata alla cultura calabrese
Il programma della giornata del 5 ottobre si è aperto nel primo pomeriggio con lo spazio libri, un incontro letterario che ha visto protagonisti alcuni fra i più noti autori calabresi contemporanei. Nel Giardino delle Parole del Museo della Lingua Greco-Calabra “Gerhard Rohlfs”, scrittori come Domenico De Luca, autore de “La tosse della Terra”, Grazia Ciappetta con “Oltre ogni apparenza” e Sergio Ruggiero con “Voglio dissolvermi nel tempo”, hanno dialogato con Franco Laratta, in una conversazione che ha esplorato i temi della terra, dell’identità e del legame profondo con il territorio.
A conclusione del dibattito letterario, ha preso la parola Adolfo Barone, Presidente del Premio Letterario Caccuri, che ha sottolineato quanto importante sia per la cultura calabrese «dare spazio a una letteratura che parli del nostro territorio, delle nostre radici e delle nostre problematiche. Gli autori presenti oggi ci hanno donato delle opere che non solo raccontano la Calabria, ma che la interpretano con uno sguardo profondo e innovativo». Anche Luigi Franco, Direttore Editoriale della casa editrice Rubbettino, ha ribadito l’importanza di una narrazione che valorizzi le risorse intellettuali della regione: «Sostenere la cultura vuol dire anche costruire il futuro di una Calabria più consapevole e inclusiva».
Le minoranze linguistiche al centro del dibattito
Il tema delle minoranze storico-linguistiche è stato il fulcro del dibattito che si è svolto alle 18. 00 nella Sala del Consiglio Comunale. La discussione, dal titolo “La cultura delle minoranze storico-linguistiche calabresi”, ha messo in evidenza la necessità di tutelare la diversità culturale e linguistica della regione, con particolare attenzione alle comunità Grecanica e Occitana.
Il Rettore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Giuseppe Zimbalatti, ha offerto un’analisi profonda: «Le minoranze linguistiche sono una risorsa straordinaria per la nostra regione e per la nostra provincia. Queste comunità contribuiscono in modo considerevole a mantenere vivi i territori, frenando il fenomeno dello spopolamento delle aree interne. Come Università, abbiamo il dovere di sostenere la cultura che queste minoranze rappresentano e di promuovere le loro tradizioni».
Zimbalatti non è stato l’unico a soffermarsi sul valore delle minoranze. Anche Daniele Castrizio, Direttore del Museo Gerhard Rohlfs, ha spiegato quanto sia importante «creare occasioni di dialogo e confronto che permettano alle comunità linguistiche di continuare a esistere e di tramandare la propria storia». Il dibattito ha poi visto intervenire Mario Mazza, Vicepresidente del Corecom Calabria, che ha ribadito l’importanza della valorizzazione delle minoranze anche attraverso i media: «Il Corecom ha già avviato una serie di iniziative per sostenere le comunità linguistiche, e stiamo lavorando affinché queste possano avere una maggiore visibilità a livello regionale e nazionale».
Gianfranco Marino, Vicesindaco di Bova, ha raccontato con orgoglio l’evoluzione del progetto: «Questa due giorni rappresenta per noi un’occasione per sottolineare il ruolo di Bova come punto di riferimento per la tutela delle minoranze linguistiche. Abbiamo lavorato duramente per rendere questo borgo un centro culturale, e oggi possiamo dire che Bova è riconosciuta come simbolo della difesa delle identità locali».
Marino ha inoltre annunciato che Bova continuerà a essere protagonista di eventi culturali: «Questa manifestazione non si esaurisce con “La Notte delle Stelle”. A dicembre avremo un altro appuntamento importante, durante il quale affronteremo nuovi temi culturali con ospiti di rilievo del panorama nazionale».
La voce dell’Europa e l’importanza del turismo delle radici
L’eurodeputata Giusy Princi, presente all’evento condotto da Adelia Iacino, ha posto l’accento sulla necessità di sostenere le minoranze linguistiche non solo a livello locale, ma anche europeo: «L’Europa invita tutti gli Stati membri a tutelare le proprie specificità linguistiche. In Calabria, questo impegno diventa ancora più cruciale perché la nostra regione è una delle più ricche di minoranze. Proteggere queste comunità significa tutelare le radici identitarie che hanno determinato la storia dei nostri popoli».
Princi ha inoltre evidenziato il potenziale del turismo delle radici, un concetto che si sta sviluppando sempre più nell’ambito delle politiche europee: «Promuovere il turismo delle radici vuol dire far conoscere il territorio attraverso la sua storia e la sua cultura. Bova, così come altri borghi calabresi, ha tutte le carte in regola per diventare una meta di riferimento per chi desidera riscoprire le proprie origini e conoscere un pezzo fondamentale della storia della nostra Calabria».
Fonte: ilreggino.it